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Secondo la British Association for Counselling (BAC, 1992) “il counseling è un uso della relazione abile e strutturato che sviluppa l’autoconsapevolezza, l’accettazione delle emozioni, la crescita e le risorse personali”.
Il suo obiettivo principale è quello di orientare a vivere in modo pieno e soddisfacente.
Il Counseling costituisce una strategia d’intervento, appartenente alle relazioni d’aiuto.
Essa rientra nell’area della prevenzione primaria, attuabile nei confronti di singole persone o di gruppi che vivono momenti di confusione/conflitto/difficoltà.
È un processo relazionale che si compie tra un counselor e uno o più clienti (singoli individui, famiglie, gruppi o istituzioni).
Non si tratta di una pratica psicoterapeutica, ma di una forma di relazione d’aiuto.
Tende a sostenere i soggetti nel processo di individuazione di una risposta trasformativa alla situazione esistenziale che causa loro disagio.
L’attività di counseling nasce negli Stati Uniti negli anni ’40 grazie ai contributi di Carl Rogers, con la sua elaborazione delle tecniche non direttive e di Rollo May, che ha composto e pubblicato il primo volume sul counseling (1939).
Al suo esordio ha una connotazione di intervento specifico di aiuto in ambito sociale e sanitario.
Ha caratteristiche diverse sia dalla psicoterapia, sia dal lavoro sociale.
Nasce in seguito al passaggio da un’ottica centrata sulla malattia ad un’ottica centrata sulla salute.
Questo cambiamento ha portato ad una maggiore sensibilità per la qualità della vita
Si passa dalla concezione di una prevenzione basata sull’evitamento del disagio, ad una che parte dalla promozione del benessere fisico e psicologico della persona.
Verso la fine degli anni ’50 il counseling arriva in Europa e conosce un rapido sviluppo soprattutto in Gran Bretagna, in ambulatori, consultori e centri giovanili.
Viene impiegato soprattutto per prevenire o modificare comportamenti considerati a rischio, come dipendenze, disturbi dell’alimentazione.
Poco alla volta si estende anche a diversi problemi esistenziali relativi per esempio alla scuola, al lavoro, alla vita di coppia.
Negli anni ’60 il counseling acquista un carattere improntato più marcatamente alla prevenzione medico-terapeutica.
La direzione è quella dello sviluppo personale, dell’autoconsapevolezza e autorealizzazione.
A partire dagli anni ’70 l’attenzione si sposta sulla realtà giovanile in seguito alla necessità sempre più forte di intervenire in questo ambito, soprattutto a sostegno degli emarginati.
Prevale un orientamento di intervento finalizzato ad aumentare la sincronia tra la persona e il suo ambiente.
Si cerca di prendere in considerazione l’individuo nel suo contesto sociale.
Attualmente il counseling si sta sviluppando anche in Italia.
Nel nostro paese prevale una politica di individuazione delle situazioni a rischio e di prevenzione del disagio.
Nel counseling ci si rivolge a persone in difficoltà, ma che altrimenti sarebbero ben integrate ed adattate.
Può essere mirato:
• alla definizione e soluzione di problemi specifici
• alla presa di decisioni
• ad affrontare i momenti di crisi
• a confrontarsi con i propri sentimenti e i propri conflitti interiori
• a migliorare le relazioni con gli altri
E’ una strategia di intervento limitata nel tempo (in genere quattro o cinque incontri), che fa affidamento alle risorse dell’individuo o del gruppo al fine di sostenerlo nella ricerca di soluzioni al problema sperimentato.
Ha l’obiettivo di fornire sostegno affinché i clienti che si rivolgono al counselor riconoscano e sviluppino le loro risorse e promuovano il proprio benessere come individui e come membri della società, affrontando specifiche difficoltà o momenti di crisi.
Ha lo scopo di facilitare la risoluzione di situazioni problematiche, stati di sofferenza in rapporto ad eventi specifici, forme di disagio esistenziale in ambito relazionale e professionale.
E’ finalizzato a superare momenti di crisi e difficoltà personale, permette di compiere nuove scelte e iniziare percorsi di cambiamento per promuovere itinerari di consapevolezza, conoscenza di sé e benessere personale.
Si propone come un particolare processo di comunicazione teso a sviluppare l’autonomia delle persone coinvolte, per condurle ad attuare le proprie potenzialità.
E’ una pratica volta a promuovere la crescita e l’evoluzione atta ad operare sulle possibilità di salute di ciascun individuo, andando alla ricerca di ciò che funziona, delle risorse, non delle lacune o dei punti deboli.
Non si tenta di risalire alla cause dei problemi, ma ci si concentra sul qui e ora, allo scopo di mobilitare, riorganizzare e potenziare le risorse del cliente e di favorirne un funzionamento adattivo.
In questo modo diventa possibile fronteggiare e superare delle situazioni di crisi (evolutive o accidentali) rispettando i valori e la capacità di autodeterminazione della persona.
Il counselor è la persona che, con le proprie competenze, è in grado di favorire la ricerca della soluzione ad un problema che crea disagio esistenziale e/o relazionale.
È un esperto nelle relazioni umane, in particolare nella capacità di stabilire delle relazioni personali basate su una collaborazione reciproca e un esperto di comunicazione e relazione, in grado di facilitare il percorso di autoconsapevolezza dell’interlocutore.
Egli è in grado di utilizzare la relazione come fonte e oggetto di conoscenza per analizzare la domanda che il cliente porta con sé.
Il counselor necessita di:
– conoscenza di sé (attraverso un training di formazione in grado di consentire la decodifica, la consapevolezza e l’accettazione del piano organistico-affettivo-simbolico personale), in quanto il sé non rimane fuori dalla relazione di aiuto, ma ne costituisce piuttosto il fondamentale veicolo
– competenze integrate relative alle varie tipologie di comunicazione, di conoscenze approfondite sulle dinamiche relazionali.
• Ambito scolastico, in particolare nelle attività di prevenzione del disagio, negli interventi centrati sui disturbi dell’apprendimento, nella demotivazione e nelle situazioni d’iperattività e deficit attentivo, nell’agevolazione di relazioni efficaci e positive tra studenti ed insegnanti, insegnanti e genitori, e altre figure educative e professionali
• Relazioni familiari, nella mediazione familiare, nel sostegno a famiglie in crisi
• Socio-sanitario, in ambito ospedaliero, nell’agevolazione della relazione medico-paziente, personale ospedaliero-paziente, nel sostegno ai familiari dei pazienti, nell’accompagnamento alla morte in stati avanzati di malattia
• Nelle situazioni di disagio e crisi esistenziale
• Nel servizio sociale e in ambito comunitario
• Approccio clinico, nell’ambito di attività di aiuto individuali o di gruppo, sostegno, orientamento, diagnosi, prevenzione, riabilitazione
• In ambito di comunità regolarmente costituite
• Aziendale, nell’ambito delle organizzazioni, presso enti, istituzioni ed aziende, nella gestione e valorizzazione delle risorse umane, nella gestione del conflitto, nella facilitazione del lavoro di gruppo, nella formazione alla leadership, nella selezione ed orientamento del personale
• Nella formazione professionale, per coloro che svolgono attività di formatori d’aula e consulenti presso scuole, enti ed istituzioni
• Spirituale, in ambito religioso a sostegno sia di coloro che intraprendono una scelta vocazionale che del personale laico impegnato nei consultori di carattere confessionale
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