Molte persone iniziano un percorso di Danzaterapia tra Oriente e Occidente con l’obiettivo principale di migliorare la propria autonomia. L’aiuto che può dare la danzaterapia è quello di far crescere la consapevolezza delle proprie potenzialità, individuando i limiti ma anche le risorse che ciascuno ha a disposizione. La dimensione della relazione in gruppo, che si è mantenuta anche attraverso i percorsi on line, è utile per facilitare il rispecchiamento. Condividere difficoltà analoghe aiuta a non sentirsi isolati. Inoltre capita che gli altri possano dare dei rimandi positivi osservando aspetti insospettati o non visti di noi. Questo può certo aiutare a rinforzare la percezione che abbiamo di noi stessi arricchendoci di altri punti di vista. Inoltre la continuità del percorso aiuta a sentire maggiormente i cambiamenti avvenuti in danza anche nella propria vita. Questo avviene attraverso il ‘processo di continuità ritualizzata’.
Intanto il primo passo è proprio quello di individuare con chiarezza quali siano i nostri bisogni. A volte il bisogno esplicito di autonomia è molto chiaro. Può essere il motore di partenza che spinge l’utente a scegliere il percorso. Ci sono casi in cui il bisogno è invece implicito e questo intento non è così chiaro inizialmente. Può essere presente la necessità di aumentare la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità e capacità. E’ quindi attraverso il desiderio di rinforzare la propria autostima che diventa possibile mettere a fuoco il bisogno principale. Altre volte si tratta di capire meglio quali siano le proprie dipendenze anche affettive. Infatti questo può ostacolare il proprio percorso verso una maggiore libertà nella crescita verso una maggiore autonomia.
Una delle possibilità che offre la danzaterapia è far crescere la consapevolezza dei propri limiti e trasformarli in risorse e possibilità creative.
Non si tratta di usare una bacchetta magica. Ad esempio una persona non vedente sicuramente ha un limite oggettivo che non potrà certo essere eluso. Non sarà la danzaterapia a permettergli di vedere. Sarà possibile però individuare quali sono i suoi punti di forza che consentano di vivere con quel limite e migliorare i propri margini di autonomia.
Spesso l’ostacolo maggiore è quello di pensare di non poter fare qualcosa, di non essere capaci. Soprattutto quando si ha bisogno di un sostegno da parte di qualcuno ci si può sentire limitati nelle proprie decisioni e azioni. A volte questo è soltanto un pensiero, un condizionamento.
La danzaterapia aiuta a stimolare le proprie potenzialità creative anche nell’interazione con il gruppo. Il canale prevalentemente non verbale aiuta ad affinare un ascolto profondo di sé e degli altri. Si attiva dunque un’attenzione centrata ad aspetti sottili dove sia necessario “ripartire dunque dal silenzio, affinare il nostro ascolto per catturare le cose impercettibili, invisibili, inaspettate. Ci auguriamo di entrare nella categoria di coloro che cercano la qualità nel sottosuolo, nel sotterraneo.” 1
Attraverso questo ascolto profondo si attiva l’attenzione che aiuta a stare nel momento presente. Si intende un’attenzione “… intesa come ‘apertura interiore’, disponibilità a cogliere, a intuire e non di tensione o attenzione forzata”2 E’ così possibile uscire dal condizionamento di un’immagine di noi che abbiamo costruito nel tempo e talvolta non ci corrisponde più. Attraverso il piacere della danza si può sentire di essere in grado di costruire relazioni con gli altri caratterizzate da una profonda autenticità e immediatezza. Spesso proprio attraverso la soddisfazione che può dare la realizzazione di una danza di gruppo è possibile sentire l’apporto che la nostra creatività può dare.
Questo è facilitato dal clima di accoglienza e non giudizio che il setting della danzaterapia consente di realizzare.
“…Guardiamo gli altri che danzano con un occhio che non discrimina, impara a guardare, a vedere le difficoltà dell’altro come nostre, nasce un desiderio di comunicare, di rispecchiarsi.”3 L’osservazione non giudicante nei confronti degli altri aiuta ad affinare la dimensione empatica. Ciò che permette di sentire la compassione non solo nei confronti degli altri altri ma anche verso sé stessi. In questo modo è possibile rivolgere verso di noi uno sguardo senza giudizio. Può aiutarci ad uscire da vecchi condizionamenti e ritrovare la fiducia nelle nostre possibilità di cambiamento. Spesso gli utenti raccontano di come un cambiamento vissuto durante un incontro abbia attivato significativi cambiamenti anche nella vita.
Questo è perché la danzaterapia permette un ‘processo di continuità ritualizzata’.
La danzaterapia aiuta a riconoscere e integrare diverse parti di sé. Le persone diventano consapevoli non solo di ciò che si muove dentro di loro ma anche del processo stesso nel momento in cui avviene.
“È proprio questo a garantire una crescente autonomia per l’utente. I cambiamenti continueranno in modo organico: mente-corpo-cuore e saranno verificabili nella vita di ogni giorno. Si tratta di un processo che va da dentro la persona verso l’esterno: parti di sé che si ricollegano interiormente e danno la possibilità di entrare in relazione agli altri partecipanti.4”
Non si tratta quindi di realizzare incontri ‘felici’ ma separati dal resto della propria esperienza. Non si tratta della costruzione di un rifugio sicuro in cui proteggersi dal disagio e dimenticarsi del mondo. Si tratta di muoversi con piacere in un setting protetto per fare esperienze di consapevolezza e sentirne le connessione con la propria vita. I cambiamenti vissuti durante gli incontri possono facilitare così anche i cambiamenti nella vita quotidiana.
1 Dupuy, D. (2011). Danzare Oltre. Scritti per la danza. Macerata: Ephemeria Editrice.
2 Cerruto, E. (1994). A ritmo di cuore. Milano: Xenia Edizioni.
3 Cerruto, E. (1994). A ritmo di cuore. Milano: Xenia Edizioni
4 Cerruto, E. (2018). Metodologia e pratica della Danza Terapeutica. Milano: Franco Angeli.
