A proposito di comunicazione, recentemente ti è capitato di avere una discussione davvero intensa?
Nonostante ci si possa impegnare con costanza a comunicare efficacemente e a praticare un buon ascolto, i conflitti spesso continuano a verificarsi.
Infatti non è facile gestire al meglio la nostra comunicazione quando sono presenti motivazioni profonde e emozioni vissute con intensità.
I confronti e le divergenze sono parte della intersoggettività e della componente relazionale della nostra vita e dipendono da diversità di opinioni e visioni del mondo.
Pertanto, piuttosto che tentare di evitare ogni confronto nelle nostre relazioni interpersonali, può essere più saggio perseverare nella pratica di una comunicazione efficace per evitare che diventino conflitti, imparando a litigare e discutere bene, cioè al meglio delle nostre possibilità.
Proposito che può aiutare a far emergere vissuti tenuti a freno (che rischierebbero di detonare in momenti di pressione e stress) per essere costruttivamente onesti con gli altri in modo da incrementare la fiducia e l’autenticità delle relazioni.
Perché litighiamo male?
Durante una discussione accesa spesso si entra in modalità “lotta, fuga o congelamento”. Gli esseri umani entrano in una tipologia di risposta ad uno stimolo quando pensano di essere in pericolo.
La modalità “combatti o fuggi” si innesca quando gli ormoni dello stress si attivano per dare alle persone più energia per combattere lo stress o fuggire dalla situazione pericolosa o insostenibile.
E la modalità “congelamento” si verifica quando una persona semplicemente non reagisce affatto, nella speranza che colui che provoca lo stress perda interesse nel combattimento.
Quando ci si trova in questa condizione di percezione del pericolo, è altamente improbabile riuscire a trovare un accordo comune o una soluzione ad un problema.
Le persone coinvolte si concentrano esclusivamente sulla reazione alla minaccia percepita.
Concedersi e concedere spazio e tempo
Un buon modo per iniziare a litigare bene è, quando possibile, stabilire un momento opportuno per chiarire i disaccordi, evitando il sovraccarico emotivo del momento in cui il conflitto si innesca.
Il tempo che precede l’appuntamento per il chiarimento è utile per far decantare pensieri ed emozioni, in modo da affrontare il confronto con calma e razionalità, in congrua autenticità rispetto al nostro profondo sentire.
Ciò aumenterà le possibilità che le nostre dichiarazioni risultino sincere, in modo che il piano della comunicazione non verbale e verbale siano allineati.
Quando si torna alla discussione dopo una breve interruzione, entrambe le persone si troveranno in una posizione migliore per fare progressi reali nel loro scambio comunicativo.
Essere preda delle intense emozioni che si provano durante i litigi non è la condizione ideale per esprimere con chiarezza e sincerità le proprie istanze interiori.
Per questo sarebbe saggio prendersi un tempo e uno spazio, anche fisico, adatto a far fluire le proprie emozioni, in modo da moderarne l’intensità attraverso la loro espressione e non la repressione.
Non è un tempo vuoto quello della pausa prima della ripresa della discussione, né un tempo passivo in cui semplicemente ci si lascia svuotare in attesa che le intense emozioni si plachino.
Dopo aver espresso con se stessi le emozioni si può tentare di vedere la situazione da un nuovo punto di vista. Questa nuova prospettiva permette di sollevarsi al di sopra di ciò che ci ha turbato e di allargare il proprio sguardo sulla complessità della situazione.
Questione di semantica
“Elevate le parole, non il tono della voce. È la pioggia che fa crescere i fiori, non il tuono”. (Rumi)
Alcune modalità espressive possono aiutare a far crescere la relazione e sviluppare maggiori livelli di fiducia, altre creano barriere nella comunicazione.
Criticare, giudicare, ironizzare con sarcasmo, etichettare, sminuire sono alcune delle modalità comunicative che inducono l’interlocutore ad avere un atteggiamento difensivo, che è per definizione l’atteggiamento di chi si sente minacciato.
Un linguaggio accusatorio che esordisce con “Tu sempre …” o “Sapevo che avresti …” non apre mai il dialogo.
Di contro, una frase che inizia con “Io” e si concentra sulle azioni che hanno avuto luogo, su come ci hanno fatto sentire e cosa vogliamo che accada, spiana la strada all’ascolto da parte dell’altro.
Il linguaggio: esserne consapevoli
Il linguaggio usato all’inizio di uno scambio influenza la risposta e il modo in cui prosegue la discussione.
Frasi accoglienti e dichiarative, piuttosto che accusatorie evitano l’atteggiamento di chiusura e difesa e inducono all’apertura e all’ascolto dei significati profondi e sottesi nelle parole.
Inoltre aumentano la possibilità che tutti i protagonisti del confronto siano disposti ad assumersi le proprie responsabilità.
Ascolto di sé per assumersi la responsabilità che ci compete
Assumersi le proprie responsabilità all’interno di un conflitto non è semplice.
Si tende ad assumersele tutte per compiacere e ingraziarsi l’altro o per mitigarne la furia oppure a non assumersene nessuna, convinti di essere nella ragione assoluta. Molto più difficile è esaminare con cura i fatti e assumersi la reale porzione di responsabilità che ci spetta. È l’esame oggettivo che non è facile.
Assumersi la responsabilità di ciò che è nostro aiuta a confrontarsi serenamente con le responsabilità di ciò che non ci compete. È una forma di ascolto interiore di sé e ascolto empatico dell’altro.
Ascolto empatico, rispetto per il processo dell’altro e saper chiedere scusa.
Non abbiamo tutti gli stessi tempi e modalità per processare i nostri stati interni e le nostre emozioni. Dopo aver fatto questo lavoro su di sé, è bene assicurarsi che anche l’altra persona abbia avuto il tempo e il modo di fare altrettanto.
Quando arriva il momento di sedersi e parlare della risoluzione dei conflitti, la cosa più importante che possiamo fare è ascoltare, senza interrompere e solo in seguito chiedere chiarimenti.
Ogni conciliazione di un conflitto può fare buon uso delle scuse sincere e sentite.
Esse esprimono rispetto e autentico interesse per il mondo interiore dell’altro e dei propositi di evoluzione per evitare conflitti disfunzionali in futuro.

Counselor, colloqui d’aiuto e percorsi evolutivi
valentina.mecchia[@]gmail.com