Molte persone esprimono come un disagio la percezione che il loro spazio personale non sia rispettato perché spesso invaso.
Il disagio
Talvolta questo disagio è più forte quando manca la consapevolezza di questa invasione.
In questo periodo in particolare, l’osservanza delle norme anti Covid 19 può portare anche a vivere il proprio spazio personale con sofferenza.
Invece di essere occasione di respiro e un modo per attingere alle proprie risorse interne, c’è il rischio di soffrire un senso di costrizione. Lo spazio diventa in qualche modo una reclusione. La sofferenza che deriva da questi vissuti genera spesso complicazioni e tensioni anche nel rapporto con gli altri.
Si può forse vedere un rispecchiamento tra lo spazio interno, personale e lo spazio esterno, l’ambiente. Di certo con lo sviluppo industriale quest’ultimo è stato altrettanto non rispettato e sicuramente invaso.
Perchè accade?
Credo che questo accada anche perché in questo modo di vivere si è acuito il senso di separazione, tra sé e gli altri e tra sé e il proprio ambiente vitale. Sembra esserci una sorta di scollamento nella percezione che si può avere di se stessi. Quasi come se il proprio corpo fosse qualcosa di separato da tutto il resto.
Difficile avere una chiara percezione del proprio spazio/tempo se già si considera il corpo come qualcosa di separato dalle emozioni, dal pensiero, da tutto ciò che fa di noi stessi una persona.
Come risolvere questo disagio
Un primo passo quindi è sentire questa possibilità: riconoscersi come unità di corpo/mente/cuore.
Cosa si può fare dunque per far crescere la consapevolezza del proprio spazio interno?
E migliorare le proprie relazioni nel rispetto dello spazio personale degli altri?
La Danzaterapia1 interviene nella direzione di promuovere l’integrazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale della persona2.
La DMT
La DMT come arte di nutrire la vita favorisce, attraverso il percorso terapeutico, la possibilità di una maggiore consapevolezza, di sé stessi e dei propri limiti.
La consapevolezza del senso del limite può favorire un’ottica di non invasione, di non aggressione nei confronti delle risorse spaziotemporali a disposizione delle persone.
La stessa consapevolezza del senso del limite può aiutarci a definire e delineare i confini del nostro spazio personale.
A capire che cosa non far entrare perché potenziale dannoso, distruttivo per noi.
Che cosa non far uscire perché potrebbe essere dannoso o distruttivo nei confronti degli altri.
Da limite a risorsa
Attraverso la DMT è possibile dunque trasformare i limiti stessi in risorse e possibilità creative. La continuità della pratica aiuta a far crescere la consapevolezza.
“La continuità agisce all’interno di ognuno, come collegamento tra diverse parti di sé ma anche tra dentro e fuori nell’incontro con gli altri, con il suolo, con lo spazio, con la musica…
… Osservare l’altro comprendendolo dentro di sé, senza invaderlo nei suoi spazi ma “risuonando”, accogliendolo senza giudizio e insieme all’altra persona, trovare un filo creativo che non s’interrompa.”3
Ritrovarsi
Nella DMT è sempre possibile riconoscersi nell’altro, ritrovando parti di sé, che spesso si rivelano in momenti di profondo rispecchiamento. Proprio in un gruppo esperienziale una partecipante ha verbalizzato come il rispecchiamento le avesse permesso di accorgersi di quanto lei stessa avesse permesso l’invasione del proprio spazio personale. Questa presa di consapevolezza è stata il punto di partenza per attivare un cambiamento.
La Danzaterapia tra Oriente e Occidente di Elena Cerruto è uno degli indirizzi della DMT in cui l’atto creativo diviene possibilità di cambiamento e di terapia. Questo metodo ha tra le sue radici occidentali sia la Modern Dance che l’esperienza di Maria Fux. Inoltre, tra le radici orientali, la Medicina Tradizionale Cinese e lo Zen, soprattutto per quanto riguarda il senso di non separazione tra corpo, mente, cuore.
“La nostra natura più profonda vuole che viviamo in armonia con l’universo perché noi siamo in esso ed esso è in noi. Agire in modo non etico è agire contro noi stessi” 4
L’approccio Zen aiuta a superare la visione dualistica della realtà lasciando l’attaccamento ad un’immagine rigida del proprio ego.
Questo approccio si concretizza dunque in una pratica che aiuta ad affinare una percezione dello spazio ‘abitato’, spazio non separato, luogo della relazione empatica.
Non sembri un paradosso se proprio il senso di non separazione tra sé e il mondo possa diventare un aiuto per definire in modo più chiaro il proprio spazio/tempo personale e possa favorire il rispetto del proprio spazio e di quello altrui.
1 Si userà d’ora in avanti l’abbreviativo DMT.
2 “La DanzaMovimentoTerapia è una disciplina specifica, orientata a promuovere l’integrazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale, la maturità affettiva e psicosociale e la qualità della vita della persona. La specificità della DanzaMovimentoTerapia si riferisce al linguaggio del movimento corporeo e della danza e al processo creativo quali principali modalità di valutazione e di intervento all’interno di processi interpersonali finalizzati alla positiva evoluzione della persona.” L’ Apid® è l’Associazione Professionale Italiana Danza Movimento Terapia. E’ istituita nel 1997 al fine di qualificare la pratica della danza movimento terapia, tutelandone la qualità professionale, etica e scientifica. Questo avviene anche attraverso la definizione del profilo del Danza Movimento Terapeuta e la promozione del riconoscimento legale della professione. Per maggiori informazioni vedere il sito www.apid.it
3 Cerruto, E. (2018). Metodologia e pratica della Danza Terapeutica. Milano: FrancoAngeli editore
4 Brazier, D. (1997). Terapia zen. Roma: Newton & Compton editori. (pag. 38)
