Nel precedente articolo, “Qi Gong: un metodo di salute integrale” https://www.cittaaurea.it/2019/08/17/qi-gong-un-metodo-di-salute-integrale/ , abbiamo visto come da un corretto uso del corpo possiamo trarre anche il vantaggio di averne un maggiore controllo.
Dopo aver osservato il corpo e la sua corretta manutenzione, si deve portare l’attenzione su un’altra componente della personalità umana, la mente.
La mente, proprio come il corpo, è uno strumento insostituibile al fine di interagire con la realtà.
È la componente che raccoglie dati attraverso i sensi, li elabora accuratamente chiamando in causa esperienze pregresse, emozioni, ecc.
Processa tutto accuratamente secondo vari aspetti, da quello istintivo-animale a quello logico-razionale.
Scopo di tale processo è quello di attribuire un valore, positivo o negativo, al vissuto esperienziale in modo da indurre una rapida risposta agli eventi.
Nel fare ciò, la mente è fisiologicamente impegnata in un’incessante attività.
Tale attività permanente dà luogo al continuo insorgere di pensieri, che si vedono emergere ogni volta che non si è impegnati in una qualsiasi attività fisica o mentale consapevole.
Appena si è fermi con il corpo, disimpegnati dal doversi occupare di qualcosa, immediatamente ci si rende conto che i pensieri continuano a scorrere in autonomia.
La mente parla costantemente, la sua voce è alta, continua, prepotente.
Non si ferma mai al punto da diventare un elemento di disturbo in grado di influenzare l’esistenza del soggetto che non ne ha il controllo, portandola a identificarsi in essa.
Da questa identificazione derivano i condizionamenti.
Ma come si può evitare questo?
Nella stessa misura in cui il corpo va nutrito, lavato e accudito, anche la mente necessità delle medesime attenzioni, da rivolgerle con attenta cura.
Abbiamo visto che la mente svolge fisiologicamente un attività incessante ed è dunque impensabile poter trovare serenità tentando di fermarla.
Ciò non avverrà.
Ciò che invece si può fare è calmarla, rallentare la sua attività.
Come?
Alcune antiche tradizioni e le moderne scoperte scientifiche sulla mente non lasciano alcun dubbio.
Tutte concordano che le pratiche meditative sono le migliori risorse per prendersi cura della propria mente.
Tali pratiche infatti consentono di calmare il flusso incessante dei pensieri.
Nella mente, i pensieri rallentano e il continuo vociare si abbassa di volume come allontanandosi da noi.
Immediatamente si sperimenta un grande senso di pace, di serenità ed estrema lucidità.
Questo è l’obiettivo al quale la maggior parte dei praticanti aspira.
E’ importante osservare che tale proposito è solo la punta dell’iceberg rispetto le reali potenzialità della pratica meditativa.
Questo piccolo miracolo infatti eleva la coscienza e riporta l’individuo a una condizione di ricettività nei confronti dei propri bisogni reali.
Come avviene tutto ciò?
Una volta immersi nella pratica meditativa, dopo avere placato le urla del corpo e calmato le voci della mente, se facciamo attenzione, è possibile orecchiare una voce più sottile, una voce sincera che ci parla dei nostri bisogni reali, di chi siamo veramente.
Quella voce appartiene alla nostra anima e, diversamente dalla prepotenza del corpo e della mente, la sua voce bisbiglia.
Ciò è determinante per comprendere il perché sia cosi importante non identificarsi con il corpo e con la mente, sfruttandoli e imparando a controllare tali strumenti.
A contatto con la nostra natura ontologica, l’anima, assaporiamo il gusto per una forma di soddisfazione superiore che spazza via i condizionamenti indotti dalla errata identificazione con il corpo e la mente.
In breve tempo, tale appagamento si riscontra nel quotidiano, si trova forza e ispirazione per orientarsi nuovamente verso scelte più opportune al fine di trasformare l’esistenza da un inutile conto alla rovescia a un’opportunità evolutiva.
