Per comprendere intimamente il significato dei Tarocchi è importante analizzarli anche dal punto di vista numerologico.
Ma facciamo un passo indietro. Cos’è la numerologia?
Questa dottrina, un tempo considerata sacra e tenuta segreta e la cui scuola più nota fu quella di Pitagora, studia il significato simbolico dei numeri.
Secondo Pitagora, che studiò approfonditamente il significato dei numeri come prima fecero anche gli Egizi e i Caldei, tutto è numero, l’essenza della realtà è di natura matematica e l’universo non è caotico, bensì ordinato secondo un disegno comprensibile attraverso l’interpretazione dei numeri.
I numeri, principi cosmici divini, sono quindi utilizzati per scoprire le leggi che regolano l’Universo e le leggi numeriche che lo regolano attraverso le quali è possibile armonizzarsi e armonizzare ogni cosa.
Non solo. I numeri corrispondono anche a specifici archetipi, come affermò anche Jung, che li considerava immagini del sé.
Come tali, ci interessano quindi anche nei Tarocchi, in cui non solo i simboli rappresentati dalle immagini riportate su ogni singola carta sono importanti, ma anche il numero in esse riportato e il rapporto tra le varie carte e i rispettivi numeri.
Ogni Arcano è infatti strettamente collegato a quelli che lo precedono e seguono e insieme indicano un percorso evolutivo.
Intanto nei tarocchi di Marsiglia, ogni carta riporta una numerazione romana, ma sempre progressiva: così il quattro non sarà IV ma IIII e il nove non sarà IX ma VIIII.
Esaminando i primi quattro arcani, da I a IIII, dal Bagatto all’Imperatore, alla luce della numerologia, si può notare questo cammino evolutivo.
I (il Bagatto)

Il numero uno rappresenta la forza innovatrice, l’Unità della Creazione, i nuovi inizi, le nuove idee, è creativo, padrone di sé, vuole sperimentare e costruire, ma è ancora senza esperienza. Nella carta si vede infatti un prestigiatore, un mago dotato di molteplici strumenti, ma ancora giovane, un ragazzo.
II (la Papessa)

Il numero due rappresenta la Grande Madre, è quindi un numero femminile, associato alla gestazione, alla ricettività, immaginazione, sensibilità ma anche alla staticità, e all’incontro con l’altro. Non c’è più un atomistico uno perché l’uno conosce l’altro.
Nella carta si vede infatti una donna velata dedita alla conoscenza del mondo terreno e spirituale, allo studio e quindi ad una preparazione teorica preliminare all’agire che sarà poi del numero tre. Si può anche dire che il bagatto sta studiando per realizzare ciò che nell’1 è solo un’idea.
III (l’Imperatrice)

Il numero tre, il numero della trinità, prodotto dell’unione tra l’Uno, il principio creatore, e il Due, il grembo che lo ha accolto. È l’origine del movimento, della capacità di conciliare gli opposti, del potere; rappresenta l’intelligenza, la fertilità e l’abbondanza. È capace di operare nel reale ma è ancora intelligenza in movimento senza che l’idea si sia concretizzata. La carta rappresenta infatti una giovane donna con simboli imperiali tra le mani, ma che ancora non ha la padronanza che sarà propria invece dell’Imperatore.
IIII (l’Imperatore)

Il numero quattro è associato alla Terra, alla materia, alla stabilità, alla concretezza, ai 4 elementi (fuoco, aria, terra e acqua), rappresenta progetti solidi e risultati materiali ottenuti grazie al lavoro ed allo sforzo. L’Imperatore è il completamento dell’idea messa in movimento dall’Imperatrice, la sua realizzazione. E nella carta si vede infatti un uomo maturo, padrone di sé e di ciò che lo circonda.
Il cammino è appena iniziato, gli Arcani maggiori sono 22 e io mi sono soffermata solo sui primi 4 Arcani, i primi 4 passi del percorso evolutivo. L’appuntamento è al prossimo articolo per scoprirne altri.
