Nello scrivere il mio primo articolo per Città Aurea sulla simbologia, non posso che partire dal perché il mondo simbolico mi ha appassionato così tanto.
Io provengo per formazione da un mondo che di simbolico ha poco, dal mondo della parola, del pensiero logico, della comunicazione chiara in cui niente è implicito, dal mondo insomma governato dall’emisfero sinistro del cervello.
L’emisfero sinistro è collegato alla mente cosciente, al ragionamento mediato, all’analisi, alla parola, alla scrittura, al pensiero logico.
Completamente diverso è l’emisfero destro del cervello, collegato alla mente subconscia, alla memoria, al misticismo, alla visione d’insieme ed alla sintesi.
E’ collegato quindi alla musica, al disegno, alla creatività ed al pensiero simbolico che collega invece di separare1, che sa cogliere o formare relazioni tra le cose.
I simboli quindi associano un concetto, un’idea anche ampia ad un segno, come accade ad esempio con il disegno di un cuore che viene universalmente associato al concetto di amore.
I simboli quindi sono potenti e ci aiutano a rimanere in contatto con il nostro emisfero destro che spesso nel mondo odierno trova assai poco spazio.
Ma dove si trovano i simboli?
Dappertutto intorno a noi; basta entrare in una chiesa ed osservarne le immagini per entrare nello spazio del simbolismo cristiano per lo più codificato in epoca medievale.
L’arte medievale, infatti, si serviva molto del pensiero simbolico e trasmetteva concetti, idee, messaggi, attraverso le immagini raffigurate nelle opere presenti nelle chiese e attraverso queste diffondeva il suo pensiero e lo insegnava al popolo.
In quel periodo sono nati anche i tarocchi, vera e propria raccolta di simboli che affonda le proprie radici nell’inconscio collettivo, cioè in quella parte dell’inconscio che condividiamo con tutti gli altri uomini.
Ed è dei tarocchi che sono da tempo appassionata e per questo di tarocchi voglio parlare.
I tarocchi sono nati come vera e propria biblia pauperum, attraverso cui il popolo poteva conoscere la mistica cristiana ed i suoi contenuti.
Nel tempo le immagini degli inizi si sono modificate, soprattutto nel 1800 quando vari occultisti hanno creato propri mazzi con simboli ispirati alle tradizioni dell’epoca.
E perché utilizzare i tarocchi ora, a distanza di così tanto tempo?
E perché i tarocchi sono ancora tanto popolari?
Perché il linguaggio simbolico parla direttamente al nostro inconscio senza bisogno di essere filtrato dalla parola, consente di avvicinarsi alla propria anima, al proprio inconscio, per iniziare a comprenderlo.
Ma tutto questo, mi rendo conto, è troppo astratto per poter essere compreso veramente, occorre procedere intuitivamente come con i tarocchi.
Racconterò allora di una stesa reale, di un’amica che mi ha chiesto una lettura su un suo problema con un uomo, su cosa potesse far decollare la loro relazione.
Sono usciti due tarocchi, l’arcano senza nome e la papessa di cui qui di seguito riporto le immagini.


Se si osservano le carte, le immagini in esse riportate, se si osserva tutto con attenzione anche lasciandosi ispirare, si possono notare molte cose.
C’è un evidente riserbo nella papessa.
Si vede, osservando la carta, quanto la donna sia fredda, algida, anaffettiva, difesa, più attenta a studiare la vita (si veda il libro che tiene tra le mani) che non a viverla (il volto è bianco, privo di espressioni), non in contatto con le proprie emozioni.
Il suo è un movimento di allontanamento dalla propria emotività ed affettività.
Non è strano quindi che questa relazione non decolli. Da una o da entrambe le parti c’è probabilmente paura, esigenza di difendersi (i tanti vestiti della papessa).
Solo osando, tagliando con la falce dell’arcano senza nome l’energia della papessa, facendo piazza pulita del passato (si vedano mani, piedi e teste tagliate nel suolo nero dell’arcano senza nome) potrà finalmente prendere una nuova direzione questa storia d’amore.
Già da questa semplice stesa si può allora comprendere quanto i tarocchi possano essere utili per comprendere, non tanto il futuro, quanto il presente, le proprie ed altrui emozioni, ciò con cui si ha a che fare in questo momento.
E questo è importante perché l’adesso, il momento presente è l’unico con cui si può lavorare per arrivare a costruire il futuro che si desidera.
Spero di avere trasmesso in questo breve articolo la passione che mi muove e l’importanza di dare spazio nella propria vita al mondo simbolico.
Continuerò anche nei prossimi articoli a parlare di tarocchi e altro.
1 Dal lat. symbŏlum ‘contrassegno’, dal gr. sýmbolon, der. di symbállō ‘metto insieme’, der. di bállō ‘getto’, col pref. syn- ‘con, insieme’ •sec. XIV.
