So che molti di voi si chiederanno perché parlare di marketing in un contesto Olistico. Ancor più si chiederanno perché accostare l’etica e il marketing nello stesso articolo.
Essere operatori nel mondo olistico non vi esclude di default da pratiche e attività – che anche se non riconoscete -sono parte integrante di un percorso di marketing: partecipare ad una fiera, stampare un volantino, mettere un annuncio, sono tutte attività di marketing e, che lo vogliate o no, sono parte di un processo di necessaria commercializzazione di un prodotto o meglio di un servizio.
Vediamo di comprendere prima di tutto cosa significa marketing, un’attività che spesso viene confusa con la commercializzazione o con la semplice pubblicità: il marketing è un complesso di tecniche che servono per mettere beni e servizi a disposizione del consumatore in un certo mercato, in un determinato periodo di tempo, ai costi più bassi per il consumatore e nello stesso tempo remunerativi per l’impresa.
Di fatto se siete operatori reiki o professionisti di floriterapia, anche voi dovrete trovare il “mercato migliore per promuovere i vostri servizi, con costi sostenibili rendendo accessibili le vostre pratiche ai consumatori”.
Il marketing negli anni ha subito davvero grandi cambiamenti, il più forte e dirompente è stato internet. Sin dagli anni ‘90 – Philip Kolter – aveva parlato di marketing sociale (social Marketing) social marketing, com’egli precisa, ha soprattutto lo scopo di influenzare i comportamenti individuali per far sì che essi, in modo volontario, tendano al benessere di individui, di gruppi e della società nel suo complesso. Un fine anche rispettabile, ma che non esaurisce la sua funzione. Il marketing cosi attuato, per arrivare al suo scopo, non esclude in nuce la possibilità da parte di un’azienda di aggirare con le pratiche certi principi etici.
Più completo sembra il concetto di Lambin il quale – usando la dizione di marketing responsabile – le cui idee chiave son l’attenzione ai bisogni e agli interessi degli acquirenti, pone l’accento sul benessere di lungo termine del consumatore e della collettività, per fare questo le aziende che vogliono attivare un marketing responsabile devono definire in modo chiaro i principi etici che intendono seguire nei rapporti con il mercato.
Apparentemente sono questioni di lana caprina, all’atto pratico invece – in quegli anni, ma ancora oggi, diventano fondamentali per porsi sul mercato.
Sotto l’aspetto teorico il marketing, quale filosofia che pone il cliente al centro delle strategie aziendali, sono etiche quelle aziende che impostano vendita e produzione di beni e di servizi partendo dalle indicazioni che vengono raccolte dal mercato. Esigenze sentite dai consumatori, esigenze a cui le aziende danno risposta. Il percorso corretto del marketing è quello di fare ricerche sul consumatore e si conclude con la soddisfazione di quest’ultimo con l’acquisto di beni e servizi prodotti, seguendo questo percorso.
Diversamente non risultano responsabili quelle azioni di marketing che considerano centrali gli interessi dell’impresa subordinandoli a quelli dei consumatori Questo accade quando, mediante la spinta della promozione e dell’attività persuasiva dei venditori, si mira ad imporre al mercato i prodotti sui quali l’azienda è in grado di massimizzare i profitti, anziché quelli idonei a rispondere ai bisogni e ai desideri del mercato.
Sono sottili le linee che determinano comportamenti etici e responsabili, e non pensate che tali argomentazioni possano riguardare solo le grandi aziende: un’estetista che propone a tutte le sue clienti un trattamento viso esfoliante, di fatto sta imponendo un prodotto in modo indistinto senza interrogarsi sulla reale necessità di tale trattamento su tutte le clienti. Diversamente, un’estetista che conosce le sue clienti, le abitudini di consumo, il tipo di pelle e i problemi, che tenderà ad attivare un dialogo con esse, potrà trovare ad ognuna un trattamento diversificato che risponda alla necessità singola e sarà sicuramente più etica e responsabile.
Un esempio davvero piccolo che coinvolge ognuno di noi nell’esercizio della propria professionalità.
Il rapporto tra etica e marketing è stato oggetto del Web festival Marketing di Rimini, un convegno che coinvolge aree tematiche diverse e dove oltre a toccare gli aspetti più propriamente pratici di un’attività la cui complessità sembra aumentare di giorno in giorno, ha voluto dedicare diversi seminari sull’argomento.
Oggi il marketing passa sul wi-fi, è internet, sono i social, è il vostro whatsApp che proprio per la loro capacità di raggiungere un pubblico sempre più ampio, richiedono una dose massiccia di eticità e responsabilità sociale.
Un esempio che vale per tutti: Instagram. Sicuramente molti di voi hanno un profilo instagram, per condividere le foto, perché il marketing lo sa da sempre – un’immagine vale più di cento parole. Le immagini arrivano dirette al cuore o allo stomaco delle persone, sono coinvolgenti e spesso manipolabili, possono esser il corredo di un testo sbagliato; questo ci ha raccontato in un intervento sulle fake news basato sulle immagini Saviano. Proprio per l’importanza delle foto, oggi guardiamo ad Instagram come ad uno dei veicoli più potenti per le attività commerciali, etica e marketing sono fortemente correlati all’uso delle immagini.
L’eticità passa attraverso la conoscenza degli strumenti. Oggi ad un’azienda o ad un professionista è richiesto non solo una buona dose di responsabilità sociale, ma anche e soprattutto coerenza.
Il mood di questo convegno è stato “prendere posizione”, oggi alle aziende viene richiesto di schierarsi, di scegliere i propri principi. Questo atteggiamento, che qualche anno fa veniva considerato pericoloso, oggi rappresenta un passo importante verso i propri consumatori. Sicuramente una posizione forte anche su temi delicati oggi è fortemente consigliata: se da un lato questo determinerà la perdita di una parte di consumatori, corrisponderà all’acquisizione di quella quota che invece si sentirà di condividere quella medesima posizione.
Un esempio di Etica e Marketing, per tutti il video che gira da settimane di IKEA – sull’idea di famiglia, dopo le manifestazioni pro e contro la famiglia tradizionale. Esprimersi su temi sociali cosi delicati è arrivato proprio dal marketing: qualche anno fa una gaffe del responsabile marketing di Barilla, nel quale sosteneva che la “famiglia Barilla è una famiglia tradizionale”, fece comprendere come un prodotto semplice e trasversale come la pasta potesse essere anche una scelta etica, una dichiarazione pagata con un calo delle vendite. Prodotti e servizi sono strettamente correlati e il consumatore acquista con il prodotto un’idea che ama e che condivide.
Cosa c’entra la professionalità di un operatore con questi temi? La professionalità in ambito olistico è sempre fortemente minata da operatori con scarsa professionalità e spesso senza tutti i requisiti necessari per operare, a maggior ragione il vostro Personal Branding – la vostra professionalità che diventa marchio di qualità e garanzia – deve essere curata nel dettaglio, fortemente connotata da quello che siete e dalle vostre scelte e il vostro agire deve essere orientato, ancor di più, verso la responsabilità sociale, che per sua natura è già intrinseca nel vostro lavoro.
Le scelte etiche che facciamo in ambito professionale devono vedersi sui nostri profili social, sicuramente perderemo qualche cliente, ma quelli che si riconosceranno nelle nostre scelte saranno i nostri clienti migliori.
Articolo scritto da Tina Ingaldi

Tina Ingaldi
Esperta di Comunicazione & Marketing
tingaldi@gmail.com