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Danzaterapia tra Oriente ed Occidente

La Danzaterapia tra Oriente e Occidente di Elena Cerruto è un momento d’incontro tra il vivere “qui ed ora” in Occidente e le pratiche di consapevolezza dell’Oriente.

Curarsi danzando è una pratica antica che affonda le sue radici nella dimensione del sacro. Lo sciamano danza, il rituale cura, gli strumenti musicali evocano il battito cardiaco; è la visione di un mondo antico, “primitivo” che sicuramente affascina e tocca verità profonde. 

Quando danziamo celebriamo la nostra esistenza, quando danziamo con consapevolezza diamo spazio e ritmo a sensazioni, emozioni, esperienze personali diverse.

La Danzaterapia ci permette di portar fuori attraverso il movimento, anche piccolo e semplice, ciò che a volte rimane troppo chiuso, inespresso e compresso. (Cerruto 2018, FrancoAngeli Edizioni)

Gli sguardi possono metterci in relazione e i gesti possono creare legami. Anche solo pochi incontri possono bastare per un percorso di scoperta di risorse forse nascoste ma appartenenti a tutti.

Persone diverse per età e problematiche trovano nella Danza che si fa Terapeutica la soddisfazione di darsi lo spazio e il tempo per esprimersi. Il sentimento di separazione non solo tra sé e gli altri, ma anche tra diversi aspetti di una stessa persona, viene gradualmente a cadere nel setting creativo e soprattutto non giudicante della Danzaterapia.

Poco prima del rituale d’inizio, insieme ai vestiti ci si tolgono gli ingombri e la polvere del “fuori”; anche i piedi ritornano alla loro nudità e possono camminare nuovi passi forse più liberi, sicuramente più consapevoli.

Scarsa autostima, affaticamento, stress tecnologico, dispercezione corporea, dolori articolari, cefalee, depressioni di diverso tipo sono in realtà una sorta di zattere che conducono le persone a scegliere di  condividere un percorso di Danzaterapia.

Persone con patologie anche più gravi trovano nel setting ritualizzato e accogliente uno spazio creativo in cui confidare le proprie aspirazioni e danzarle. Per molti si sono verificati attimi di apertura alla dimensione spirituale in cui il dolore è stato vissuto come sorgente di comprensione per sé e per gli altri.

Man mano che il percorso procede il microcosmo interno di ognuno cambia. La persona sin dai primi incontri sente riattivarsi il naturale e sano piacere di muoversi e  contemporaneamente vede mutare gli altri  imparando a sentirsi parte di una sorta di paesaggio in continuo mutamento.

La dimensione empatica, da sempre presente nella Danza è stata avvalorata dalla scoperta dei neuroni specchio. Ognuno si esprime nella direzione dell’autenticità e nell’accettazione dei cambiamenti possibili per sé e per l’altro.

Questo rispecchiamento avviene sia nei momenti danzati che nel cerchio di condivisione.  La qualità del movimento di ognuno si modifica e grazie al cambiamento della qualità di movimento si sciolgono tensioni e si aprono nuovi orizzonti.

Articolo scritto da Elena Cerruto